giovedì 15 ottobre 2015

in data 15 ottobre ho scritto questo epitaffio per Ralph il mio ex marito morto il 7 ottobre a Sidmouth Exester


Where have you been to Lord Randall my son … Mi è risuonata nell'orecchio questa ballata che da tanto non sentivo, una mattina di queste quando ho saputo che Ralph stava per andarsene e così ho pensato che ero in telepatia con lui . La telepatia era l'unica cosa a cui lui credeva perché era stata dimostrata dagli scienziati russi in epoca non sospetta di influenze new age .Si perché lui Ralph si definiva ateo e fino all'ultimo, fino all'ultima telefonata in cui gli chiedevo se sentendosi vicino alla morte aveva pensato a cosa poteva esserci dopo, mi ha risposto di no che non l'aveva fatto e che comunque era rassegnato. Me l'aveva ripetuto due volte” Sì sono rassegnato” e tanto è stato conseguente da laico credente nelle persone del mondo di tutte le origini e provenienze e nei rapporti corretti con tutti,che dopo aver rifiutato il sollievo della morfina, non volendo essere di peso a nessuno, ha aspettato che arrivasse Matteo dall'Italia , ha aperto gli occhi lo ha salutato e 'serenamente ' se n'è andato . Me lo ha scritto proprio lui Matteo, nostro figlio alla cui nascita lui antesignano aveva voluto assistere e che ha cresciuto da padre educatore . Serenamente, si serenamente come muoiono tutti gli uomini e le donne che hanno vissuto degnamente, dopo aver portato a termine il compito prefissato chissà dove chissà quando...
Poco più che diciassettenne a un amico medico che lavorava in ospedale a cui avevo chiesto se non gli faceva impressione vedere morire le persone , mi aveva risposto così “ Guarda quel che ti posso dire di sicuro è che si capisce la differenza tra chi muore avendo vissuto appieno la sua vita e chi non l'ha fatto. I primi muoiono tranquilli mentre gli altri muoiono proprio tormentati,direi quasi rabbiosi, si ribellano .”
Quello per me è stato un grande insegnamento e Ralph sicuramente ha risposto a più di un appello nella sua vita, spostandosi tra i continenti e le nazioni dall'Australia all'Italia e dal' Italia all'Inghilterra, dovunque imbastendo rapporti profondi con le persone attraverso il dialogo e con l'insegnamento della sua lingua madre da pedagogo qual'era .
Fu proprio la sua conversazione brillante piena di aneddoti e di informazioni sul mondo, che fin dall'inizio mi colpì di lui e del gruppo di anglosassoni che già fin dall'inizio degli anni sessanta si erano stabiliti a Torino. Vivevano tutti insieme in una casa di Via Verdi in forma comunitaria, con le porte sempre aperte e per chi arrivava affamato scorrevano piatti di pastasciutta a tutte le ore del giorno e della notte. Era una speciale atmosfera interculturale, come si dice ora, arricchita dall'interesse per la musica ed il folklore e per le forme dialettali, cui li avevano avvicinati il gruppo del nuovo canzoniere italiano, Fausto Omodei e Sergio Amidei tra questi, frequentatori anche loro della casa aperta . Ricordo che così si era presentato : Mi chiamo Ralph che 'l'è un nom cass da ai can ' ( si scriverà così ?) e che lo dicesse in un dialetto che fino ad allora mi ero rifiutata di considerare mi aveva proprio stupito . Per me, per noi abitanti di una Torino provinciale e fiat-centrica, è stata una straordinaria circostanza che ci ha aperto un mondo oltre a farci scoprire le canzoni della nostra tradizione di tutte le regioni d' Italia . A loro volta gli scozzesi , gli irlandesi e gli australiani del gruppo ci fecero conoscere le proprie canzoni ed è stato proprio in una di quelle occasioni che Ralph con voce possente, accompagnandosi con la chitarra insieme al suo amico scozzese, aveva cantato la ballata di Lord Randall . Si potrei dire che lì era scoccata la fatidica freccia e quella triste ballata in cui si narra la storia dell'avvelenamento di lord Randall da parte della fidanzata mi è rimasta ben impressa nella memoria.
Una parte di loro, degli Australiani come venivano chiamati, era influenzata dal movimento hippy che era ai suoi primordi, anche se Ralph non aveva quell'impronta . A suo dire l'influenza e la formazione più importante l'aveva avuta negli otto anni che aveva passato in una scuola quacchera durante lo sfollamento in Inghilterra. E da quella esperienza sicuramente proveniva la sua rigorosa coscienza.

Ho già scritto nelle “ Lettere per un figlio “ come è avvenuta la nostra separazione, sancita dalle legge per reciproco consenso . Raramente consenso fu più conseguente, né per quasi mezzo secolo venne meno la stima l'affetto e il reciproco dialogo sia di persona che telefonico . C'era una canzone degli anni '30 che faceva “ Lasciamoci così senza rancor “ .E rancore non fu perché Ralph 'è un uomo d'onore '. Hai ragione tu Angela che, quando hai saputo della sua morte, mi hai scritto che lo ricorderai come un uomo giusto. E io sono sicura che nonostante il suo scetticismo e la sua sospensione di giudizio sul 'dopo', Ralph è e sarà ancora tra noi. Good Bye Ralph, o meglio come mi hai insegnato tu, Bye Bye , arrivederci Ralph.