lunedì 16 novembre 2015

Riporto qui una riflessione che nel mio passato ormai remoto non avrei mai pensato di sottoscrivere . Ma come ho già scritto nel post precedente :"Dalla passione alla compassione di salvare il mondo "(o anche dal MIR pueblo cosiencia fusil del Cile, al MIR movimento di riconciliazione internazionale ) ora lo faccio 

Ogni cosa che facciamo qui ad Omnama nasce dalla convinzione che per cambiare il mondo possiamo solo partire da noi stessi.
Poi accadono eventi terribili davanti ai quali ci sentiamo impotenti, accadono in ogni parte del mondo e molti restano nel silenzio.
Ed è in questi momenti che può venirci voglia di chiederci... Perchè fare qualcosa? A che scopo? Che cosa possiamo fare da soli?
Ma poi…ecco che, per quanto sia faticoso… 
...Sappiamo che è proprio in questi momenti che, restare con la mente pronta e il cuore aperto, fa una gran differenza.
È nei momenti di paura che diventa ancora più importante restare vigili e critici, per non lasciare che atteggiamenti di qualunquismo e manipolazione prendano il sopravvento.
Perchè è in questi momenti che siamo chiamati a risplendere in tutta la nostra luce e a dare il meglio di chi siamo, in ogni pensiero e singolo gesto.
Per noi stessi e per il mondo.
E allora non perdiamo altro tempo, facciamo del nostro meglio, qui ed ora, perchè questo fa tutta la differenza del mondo  ❤
Un abbraccio di Luce immensa,
 
Il Team di Omnama


 





 
 
 
 
 



 




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giovedì 12 novembre 2015

Dalla passione alla com-passione § di salvare il mondo


      Marino Niola sul numero 48 del venerdì di Repubblica così scrive :
"Una volta pensavamo sempre a come cambiare il mondo.( Chi forse tu ? Non mi risulta )
Oggi meditiamo su come cambiare noi stessi per adattarci al mondo. ..( nuovamente forse tu e la tua compagnia cantante ).Che intanto si trasforma per conto suo, senza che noi possiamo farci granché. Forse è per questo senso di impotenza e di smarrimento crescente di fronte alla realtà, che si moltiplicano le cosiddette tecniche del sé. Sia quelle tradizionali, sia quelle nuove. Sia quelle materiali, sia quelle digitali. Dallo yoga alla mindfulness, dalla dinamica mentale al coaching. E la meditazione, da esercizio filosofico astratto, diventa una pratica concreta e una forma di wellness. ( ma chi ha detto o scritto mai che la meditazione è un' esercizio filosofico ? è invece sempre stata una pratica oltre che concreta trasformante, come ormai anche la scienza ha provato )... semplicemente ci propone formule infallibili per ottimizzare il nostro essere nel mondo. Dove per mondo si intende quell'eterno presente che è ormai l'orizzonte unico della nostra vita.
E allora preferiamo essere sedati, coccolati, consolati. Normalizzati. Cerchiamo istruzioni per imparare ad accettare, senza grilli per la testa, quel che passa il convento. E mandare giù la pillola. Così l'antica pratica socratica del conosci te stesso diventa la ricetta di Mary Poppins."
Bella formula quella del pensiero corto... Ma che pensiero corto, ma che pensiero debole ! Chiunque al contrario intraprende la strada del lavorare su di sé- come correttamente si dice - sa bene che non è ne corta, né debole, né tanto meno ci si coccola e ci si seda, bensì così facendo si portano allo scoperto i macigni che ci impediscono di riconoscerci non solo nel proprio particulare , bensì collegati con tutti gli esseri viventi .
E dunque bravo il nostro signor Niola che da giornalista qual'è non vede al di là del proprio naso e della sua redazione appunto, ciò che da tempo si muove non più sotto la cenere ma alla luce del sole . In realtà un numero sempre crescente di persone ci siamo messe in cammino incominciando da sé ma non certo per finire con sé . Anche se è vero che alcuni se ne fanno un alibi per non andare oltre il loro privato, la frase di Gandhi : Sii il movimento che vuoi vedere nel mondo, che sta scritto nel frontespizio del Sereno Regis di Torino, è diventata un punto di riferimento per tanti di noi. Quando parlo di noi mi accomuno anche a una persona che con esemplarità e coerenza ha governato l' Uruguay superando la prova egregiamente. Il suo nome è Mujica e intervistato di recente ha fatto questa sorprendente dichiarazione:
"Appartengo a una generazione che ha voluto cambiare il mondo, ma che ha commesso il terribile errore di non volere cambiare prima se stessa".
E vengo a me che di quella generazione ha fatto parte anche se come donna già allora all'interno dei gruppi nei quali ho militato, ho sempre contestato coloro che criticati per comportamenti non coerenti rispondeva “ ma quando avremo fatto la rivoluzione ...”
Nel 1999 è uscito un mio libro ,così recensito da Augias sull'inserto di Venerdì di Repubblica :
La passione di cambiare il mondo Gli anni terribili dal 1968 all’84 li si può vedere attraverso le grandi trasformazioni del costume, oppure raccontando i tumulti, le emozioni e le novità vissute dai giovani nell'esistenza quotidiana. Così fa Giancarla Ceppi in “La memoria, i ricordi...", in cui il pregio del racconto è nello sguardo dell’autrice che riferisce con prospettiva personale e spesso ribaltata ciò che le succede: dalla contestazione studentesca alla sorte dei personaggi che le vivono intorno (un amico australiano, una compagna di stanza che di colpo comincia a drogarsi). Pochi, scrive Dario Paccino nella postfazione, sono riusciti a dare quegli eventi in un contesto di tale umanità.”
A parte la definizione di anni terribili che non condivido assolutamente essendo stati quelli anni straordinari e formativi per un intera generazione oltre che anni di lotte ahimè finiti in una sconfitta. Ma siccome dalle sconfitte come dagli errori occorre imparare mi sembra che, fatto salvo il principio che la lotta forma la coscienza e che è sempre bene manifestare insieme agli altri il proprio dissenso , continuare a fare riferimento a partiti e ideologie basate su analisi socioeconomiche del capitalismo sia pure veritiere e ancora persistenti , cercando soggetti politici, avanguardie o mitiche classi operaie che guideranno la rivoluzione, sia semplicemente ostinazione e continuismo. L'internazionalismo proletario è stato esautorato dalla globalizzazione o meglio ancora, come diceva Pasolini, dal fascismo (nel senso della dittatura) dei consumi. Ciò premesso lungi da me l'intenzione di abbandonare l'ideale di cambiare il mondo perché quello che ora ci tocca in sorte non è certo il migliore dei mondi possibili. Anzi, sembra che l'umanità sia giunta al suo massimo storico di guerre diffuse, di conseguenti migrazioni di massa per poter sopravvivere e di devastazione dell'ambiente. Ma è proprio quando la notte diventa più nera che si ricominciano a vedere la stelle o per dirla con Arundhaty Roy , la scrittrice indiana esemplare per il suo impegno sociale e politico : “ Un altro mondo , non solo è possibile , ma sta arrivando . Nelle giornate calme lo sento respirare .”
Basta solo osservare e seguire quello che è riportato nel sito dell'Italia che cambia ( www. italiachecambia.org )e chiunque abbia buone orecchie per intendere e voglia di fare, a meno che non sia in mala fede, riconoscerà i nuovi semi che un numero crescente di persone , sia pure minoranze (e quando mai se non le minoranze hanno cambiato la storia ? )sta piantando, con i piedi per terra e la testa verso il cielo .






§ per com-passione intendo appunto l'ideale di cambiare il mondo cominciando da sé . Nel buddismo c'è la figura del bodhisattva che è un essere altruista dotato di grande coraggio. I Bodhisattva sono le persone che sebbene capaci di liberazione personale, scelgono di assumersi il compito di liberare gli altri dalla sofferenza. La compassione di tali esseri è illimitata e trascende tutti i motivi di divisione .