sabato 25 giugno 2016



Avvistato a Genova vicino a Brignole 

Mai visto niente di più simbolico sul predominio del consumismo . Esautorata la parabola evangelica della cacciata dei mercanti dal tempio anche se in questo caso si tratta di una cappella sconsacrata da cui si è salvata la statua della Madonna. Nonché per dirla con Pasolini la dittatura del consumismo . Il poeta negli Scritti corsari infatti aveva profeticamente detto che nel futuro più che ai fascismi tradizionali avremo assistito al nascere della cosiddetta dittatura del consumismo . Il feticcio del Dio Denaro ha vinto dovunque grazie alla globalizzazione e alla virtualizzazione internazionale al di là dei resistenti e rinascenti nazionalismi e separatismi 

domenica 5 giugno 2016

La consapevolezza dei ' mangiatori di cadaveri '

Pensavo stamani a un film che ho visto ieri sera al festival del cinema ambiente che si intitolava Need for meat-(Bisogno di carne ). Tratta del percorso di una madre carnivora che sospende la decisione di far mangiare la carne alla figlia, fino a quando non avrà portato a termine l'esperienza in un mattatoio compiendo tutti i passi necessari fino ad arrivare all'uccisione con le sue mani di un vitello colpendolo in un punto sulla fronte con una pistola apposita . Dopo aver concluso che l'uccisione di un'animale è una cosa importante e che per questo bisogna mangiar carne consapevolmente fa mangiare la alla  sua bambina di almeno due anni  ( che sembra in ottima salute )la prima polpetta della sua vita .In questo modo la introduce'consapevolmente'  tra i carnivori e così si mette a posto la coscienza.
 Alla fine della proiezione il consueto applauso era inframezzato da molti fischi che sicuramente provenivano da persone che hanno fatto la scelta vegetariana come me- anche se devo confessare per amore di verità non completamente, perché di tanto in tanto mangio pesce di cui non si riconosce la forma -. 
Tanti anni fa avevo un amico, poi morto tragicamente in un incidente stradale, che era conosciuto per mangiare la carne che non ricordasse la forma dell'animale, quindi solo bistecche o polpette o hamburger altrimenti si rifiutava perché gli faceva impressione - così diceva - .
 La tesi che il film vuol dimostrare è che la gente quando va al supermercato compra la carne e non sa né vuole sapere che è appartenuta ad un animale .Quindi secondo la regista del film può continuare a mangiarla basta che sappia che è appartenuta ad un animale . A me pare che tutto ciò sia quello che si chiama e non a caso una questione di lana caprina o quanto meno una  disquisizione psicologica per occidentali satolli e raziocinanti e mi viene in mente la definizione della Blavatsky, la fondatrice della società teosofica, che chiamava i carnivori mangiatori di cadaveri.
. Figuriamoci poi a quel tempo, cioè all'inizio del XX secolo,in cui non esistevano certo gli allevamenti intensivi  degli animali. E' vero comunque che sempre  di cadaveri si tratta che siano allevati bene o non .Trattasi comunque e sempre di falsa coscienza e ben poche persone facoltose si possono permettere la carne 'doc' sapendo da dove arriva, mentre quello che passa il convento per milioni di persone sono i cadaveri degli animali che sono nati cresciuti e riempiti di ormoni e di antibiotici per diventare carne da macello. Basterebbe far vedere in T.V uno di questi allevamenti cosiddetti intensivi di polli di maiali o di vitelli per dieci minuti alla settimana anche in modo subliminale, che sfido chiunque a insistere a mangiare carne perché non ne può fare a meno. Questo di fatto non succederà mai, perché ci sono troppi interessi coinvolti come in tutte le questioni agroalimentari delle multinazionali del cibo . E mi riferisco con questo al ruolo fondamentale che invece può avere un consumo parco e consapevole del cibo da dovunque provenga - come nel  blog precedente ho mostrato. Una soluzione comunque  la regista del film la fa intravedere, senza a mio parere dargli importanza dovuta, e cioè  quando intervista il personale di un laboratorio in cui si fa la ricerca per la carne artificiale. Ma questa è un'altra storia e se tanto mi da tanto fino a ché il sistema economico non cambia, diventerebbe un'ulteriore occasione di profitti per le solite multinazionali del cibo.  






  

mercoledì 1 giugno 2016

Ho staccato stamani dal muro della mia cucina
questo poster alle cui indicazioni cerco di attenermi rigorosamente . Qualcuno che mi conosce dagli anni '70 potrebbe pensare a una sorta di conversione . Non è così . Non a caso in questo manifestino c'è la parola rivoluzione (cui ora preferisco rievoluzione) Negli anni '70 tra i partecipanti ai movimenti politici che volevano cambiare il mondo c'erano due atteggiamenti contrapposti : coloro che sostenevano che finché non si era fatta la rivoluzione non si poteva cambiare niente della nostra quotidianità-i militanti leninisti - e coloro che sostenevano che occorre cominciare da sé .In particolare il movimento degli hippies già allora conveniva con Gandhi -sii il movimento che vuoi vedere nel mondo. Non ho seguito il movimento degli hippies, scegliendo fin dall'inizio un percorso militante anche se all'interno dei gruppi attraversati -con il mio consueto spirito nomade -conducevo delle battaglie alla donchisciotte portando avanti il tema della coerenza e dell'esempio.
Fatta questa premessa allego per intero il poster che sta nella mia cucina .