giovedì 23 febbraio 2017
Arte
e nonviolenza e-o spiritualità
Più che fare delle
domande o darsi delle risposte in base alle diverse concezioni
filosofiche occidentali o meno è ben intendersi o comunque dare un
significato su cui convenire ai termini che usiamo . Cosa si intende
per arte e cosa si intende per nonviolenza
e soprattutto quello che in questo caso ci interessa cosa vuol dire
coniugare l'arte con la nonviolenza . Per quanto riguarda la
definizione dell'arte è importante accordarsi se per arte si intende
quella consacrata dalla sua storia o dalla critica contemporanea
oppure intendiamo il concetto di creatività in senso lato . In
secondo luogo se ci riferiamo all'arte figurativa dei quadri o
all'arte concettuale piuttosto che alla body art o alla performance
artistica , la scultura , la danza , la musica , il cinema e infine
la fotografia. A queste definizioni possiamo aggiungere quella della
bellezza . E per quanto riguarda quest'ultima è importante
accordarsi se definiamo una produzione artistica bella in base a
canoni stabiliti che come si sa cambiano a seconda dei tempi e dei
luoghi, o accettiamo il detto che non è bello quel che è bello ma è
bello quel che piace e riguardo al piacere al di là delle
definizioni culturali dei tempi e dei luoghi ognuno di noi ha un modo
diverso di percepire che dipende dall'appartenenza al genere ,
all'età classe sociale e soprattutto alla nostra personale
cognizione e modo di vedere . Nella mia esperienza di insegnamento
al liceo artistico ho avuto modo di constatare che gli studenti del
primo anno ,a meno che non provenissero da una famiglia
artisticamente colta, all'inizio dichiaravano di capire l'arte solo
fino all'impressionismo, ma con il passare degli anni e dello studio
della storia dell'arte imparavano ad apprezzare anche l'arte
astratta e tutte le altre espressioni artistiche posteriori.
Ugualmente si può dire per la musica. A meno che non si appartenga
ad un ambiente musicalmente colto, si tende a preferire la musica
melodica e la musica pop e anche in questo campo dipende dai gusti
personali e da come le orecchie di una persona reagiscono al suono o
dalla preferenza musicale del gruppo e dell'età a cui si appartiene
. I fans del rock e i fans del jazz ad esempio appartengono a gruppi
diversi.
Inoltre,dopo aver
convenuto sulla definizione che vogliamo dare all'arte, è importante
esemplificare, fare esempi che suffragano la nostra definizione.
Questo sull'arte in genere . Per quanto riguarda la definizione della
nonviolenza concordo con quello che il maestro indiano
Osho in un libretto dal titolo : 'La filosofia della nonviolenza'
in cui sostiene l'importanza di non fermarsi all'accezione negativa
ma andare oltre e definire in positivo la nonviolenza che in una
parola lui sintetizza con amore. Assumendo le
definizioni in positivo concordate dagli appartenenti alla tradizione
della nonviolenza di consapevolezza e o conoscenza,empatia
,fiducia e collaborazione e aggiungendo
a queste
armonia ogni volta che analizziamo un'opera o una produzione
artistica in rapporto alla nonviolenza è importante riconoscervi una
delle definizioni positive di cui sopra . E a questo punto
nuovamente è importante esemplificare nelle diverse espressioni
creative se il processo che porta al risultato finale contiene
almeno una o più di queste ( la pace ad ogni passo ,l'empatia la
fiducia etc.)oppure assumere come valido il principio della catarsi
,che a quanto mi risulta nel teatro contemporaneo è stato
completamente abbandonato . Prendiamo come esempio il film di un
autore che si è occupato del problema della violenza Kubrick
,Arancia meccanica . Dopo aver visto quel film gli spettatori
sono indotti a per lo meno a riflettere sulla violenza e sul modo di
evitarla o addirittura, in certi casi come è successo per questo
film, imitano il modo violento di porsi dei protagonisti ? A me
risulta che dopo il film si siano verificate delle rapine con quelle
specifiche caratteristiche rappresentate nel film e il titolo stesso
è diventato un modo di dire convenzionale e si parla di ' rapina
all'arancia meccanica '. Ha ottenuto il regista l'effetto di
diminuire anche solo di un millesimo i comportamenti violenti ? Direi
di no anche se rimane il fatto che lo stesso sia un autore valido,un
artista . L'artista in genere non agisce per scopi etici ma crea e
produce quello che corrisponde a un suo profondo impulso interno che
dipende a sua volta dal suo carattere dalla sua esperienza di vita e
dalle sue qualità cosiddette 'innate ' . Quindi Munch dipingerà
l'urlo perché quello viene dal profondo della sua anima .E
quell'urlo è sicuramente un'opera d'arte .
Inoltre per definire
un' opera d'arte si conviene che sia tale quando la visione o
l'incontro con la stessa ,fatte salve tutte le categorie e le
definizioni precedenti, modifica la percezione di quell'evento da
parte della persona che l'ha fruita, oppure si ha un' esperienza
artistica quando c'è consonanza tra il soggetto che la guarda e
l'oggetto prodotto dall'artista. Per esemplificare fare una volta
che io guardo in profondità un'opera d'arte la mia percezione di
quell'evento lì rappresentato cambia . Ad esempio se guardo e o mi
immergo nella visione di un quadro innevato di Brueghel ogni volta
che in seguito a questa presa in visione vedrò un campo innevato
con delle persone lo guarderò con con l'arricchimento della
percezione che mi ha trasmesso B.
Detto ciò va
precisato che la produzione artistica del mondo occidentale dal
Rinascimento in poi è stata opera di autori il cui ego era
decisamente presente e nella maggior parte dei casi più l'autore ha
ottenuto riconoscimenti in giovane età più il suo ego si è
ingigantito .Inoltre per un artista italiano ultra ottuagenario
Barucchello “l'arte nasce solo nella confusione ,mai quando la vita
è tranquilla “. Tutto ciò va detto in riferimento all'arte
occidentale perché fino a quando non è avvenuta la contaminazione ,
l'arte orientale come quella africana si è espressa in modo non
individualizzato tant'è vero che non conosciamo nomi di autori
africani fino al novecento così come autori della Cina o dell'India,
allo stesso modo come era anonima l'iconografia bizantina e l'arte
medioevale .E dunque laddove c'è una predominante
individualizzazione la produzione che ne risulta non va certo nella
direzione della nonviolenza o dell'armonia a meno che l'artista non
si sia posto esplicitamente il problema come Kandiskij,
un'artista di origine russa, non a caso nato in un paese dove le
icone bizantine fanno parte della tradizione artistica. Nel suo
libro sulla spiritualità nell'arte sostiene che un
artista autentico crea un'opera spinto da una necessità interna di
tipo spirituale , muovendosi nella direzione del vertice di una
piramide .La piramide rappresenta il cammino dell'umanità e
l'artista ha la missione di portare gli altri nella direzione
dell'apice con il suo lavoro. Questa piramide spirituale va avanti e
indietro lentamente anche se talvolta sembra immobile . Durante i
periodi di decadenza l'anima sosta al fondo della piramide :
l'umanità e così l'artista , ignorando le forze spirituali, cerca
soltanto successi esteriori. Ma se l'artista compie un percorso di
ricerca e attraverso questo elabora un'opera, ciò che era strano e
inusuale ieri può diventare sempre più comune oggi ,cosa oggi è
considerato di avanguardia ( e compreso solo da pochi )sarà sempre
più comunemente accettato domani. L'artista moderno sta solitario
al vertice della piramide facendo nuove scoperte che andranno verso
il futuro. Kandiskij era al corrente dei recenti sviluppi scientifici
e dava indicazione su un futuro possibile contribuendo a nuovi modi
di vedere e di sperimentare nel mondo. L'artista scriveva questo nei
primi dieci anni del secolo passato e solo ora la sua profezia sembra
realizzarsi. E in questo senso il collegamento dell'arte e la
nonviolenza si può trovare nella concezione spirituale dell'arte e
dell'artista come egli la intendeva . Si sta delineando un modo di
concepire l'arte intesa anche come ricerca spirituale e solo in
questo l'affermazione che può sembrare eccessiva e quasi arrogante
sull'arte che salverà il mondo acquista così
un connotato ben preciso .
In questa direzione
si colloca il tipo di ricerca e di discorso presente in iniziative
come quelle tenute nel mese di maggio all'ospedale S. Giovanni
vecchio di Torino dal titolo Arte medicina e spiritualità
Appendice sull'arte
nell'epoca della sua riproducibilità tecnica dal
titolo del libro di W: Benjamin.
Una riflessione ulteriore si può fare sullo sviluppo del senso
estetico medio, riguardo alla diffusione di opere artistiche
diffuse nei più svariati contesti come per esempio la riproduzione
degli angioletti di Raffaello o di pitture impressioniste e
prerafaellite su ombrelli dal costo di 5 euro e le borse di plastica
di grande formato ( al costo di 2 ) che hanno colori armonici o
riproduzioni di bei paesaggi fotografati e o dipinti . Ma questa
,forse, è un'altra storia o lo è nel senso che 'la bellezza
salverà il mondo' oppure ancora meglio sarà una
risata che vi seppellirà che sembra non centrare nulla ma
non è così .
Riporto pari pari
Rivoluzioni silenziose: la convivialità Leonardo Boff
Con la caduta del muro di Berlino nel 1989 e la caduta simile del socialismo reale, (indipendentemente dai suoi gravi errori interni), il capitalismo ha finito per occupare tutti gli spazi nella economia e nella politica. Con l'avvento al potere di Margaret Thatcher in Gran Bretagna e Ronald Reagan negli Stati Uniti, la logica capitalista ha preso libero corso: piena liberalizzazione dei mercati con l’abolizione di tutti i controlli, minimizzazione della presenza dello Stato, avvio delle privatizzazioni e libera concorrenza senza limiti.
La cosiddetta "globalizzazione felice" non era così felice. Il premio Nobel dell’economia Joseph Stiglitz poteva scrivere nel 2011: "Solo l'1% dei più ricchi gestisce l'economia e l'intero pianeta in funzione dei loro interessi" (“Of the 1%, by the 1%, for the 1%” cioè “Dell’1%, dall’1%, per l’1%” in Vanity Fair, maggio 2011 ). A causa di questo, uno dei più grandi miliardari, lo speculatore Warren Buffet, si vantava: "Sì, esiste la lotta di classe, ma la mia classe, il ricco, sta conducendo la lotta e stiamo vincendo" (intervista CNN 2005).
Solo che tutti quei ricchi non hanno mai messo nei loro calcoli il fattore ecologico, i limiti di beni e servizi naturali, considerati come fattori trascurabili. Questo è vero anche nei dibattiti economici nel nostro paese, in ritardo su questo tema, con eccezione di pochi, come L. Dowbor.
Accanto alla egemonia globale del sistema del capitale, sono in crescita ovunque rivoluzioni silenziose. Sono gruppi di base, scienziati e altri con senso ecologico che provano alternative a questo modo di abitare il pianeta Terra. Continuare a stressare senza pietà la Terra, potrebbe causare una destabilizzazione capace di distruggere una grande parte della nostra civiltà.
In un tale contesto drammatico emerse un movimento chiamato "I convivialistas" che riunisce oggi più di 3200 persone in tutto il mondo (vedi www.lesconvivialistes.org). Questi cercano di vivere insieme (da cui la convivialità), avendo cura gli uni degli altri e della natura, senza negare i conflitti, ma facendo di questi fattori del dinamismo e della creatività. E' la politica del “win win” (ossia del “io vinco, tu vinci” in cui tutti i partecipanti vincono).
Quattro principi sono alla base del progetto: il principio della umanità comune. Con tutte le nostre differenze, siamo una sola umanità da tenere insieme. Il principio di socialità comune: gli esseri umani sono sociali e vivono in vari tipi di società che devono essere rispettati nelle loro differenze. Il principio di individualità: pur essendo un essere sociale, ognuno ha il diritto di affermare la propria individualità e unicità, senza danneggiare gli altri. Il principio di opposizione ordinata e creativa: i diversi individui possono legittimamente opporsi, ma facendo sempre attenzione a non fare diventare la differenza disuguaglianza.
Questi principi implicano conseguenze etiche, politiche, economiche ed ecologiche che non possono essere in questo momento descritte.
La cosa importante è iniziare: dal basso, con il “bioregionalismo”, con piccole unità di produzione biologica, con la generazione di energia dai rifiuti, con un senso di autocontrollo e di giusta misura, vivendo con consumi frugali e condivisi tra tutti. Le rivoluzioni silenziose stanno accumulando energia però, in un determinato momento della storia, sarà necessario fare la grande trasformazione. Oggi è importante sottolineare la convivialità, perché ci sono attualmente molti che vogliono vivere più insieme.
La convivialità come concetto, è stata diffusa da Ivan Illich (1926-2002) con il suo libro Convivialità (1975). E 'stato uno dei grandi pensatori profetici del XX secolo. Austriaco, ha vissuto gran parte della sua vita nelle due Americhe. Per lui la convivialità è la capacità di fare convivere le dimensioni di produzione e di cura; di affettività e di compassione; di modellazione dei prodotti e di creatività; di libertà e di fantasia; di equilibrio multidimensionale e di complessità sociale: tutto per rafforzare il senso di appartenenza universale.
La convivialità intende anche essere una risposta adeguata alla crisi ecologica. Può evitare una vera e propria crisi planetaria. Ci sarà un nuovo patto naturale con la Terra e sociale tra i popoli. Il primo paragrafo della nuova alleanza sarà il sacro principio di autolimitazione e di giusta misura; quindi la cura essenziale di tutto ciò che esiste e vive, la gentilezza umana e il rispetto per la Madre Terra. È possibile organizzare una società buona, una Terra della buona speranza (Sachs e Dowbor) in cui le persone preferiscono cooperare e condividere piuttosto che competere e accumulare senza limiti.
Traduzione di M. Gavito e S. Toppi
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