La nonnità negata
Noi tre fratelli
siamo cresciuti prima in campagna in Piemonte, poi nel Veneto e
infine inurbati a Torino e la nostra famiglia è un caso tipico
descritto dai libri di sociologia come conseguenza del processo
d'inurbamento che rende più labili i rapporti famigliari ed esclude
la presenza dei nonni . Già noi infatti non abbiamo goduto della
compagnia anche saltuaria dei nonni sia paterni che materni .
All'età di 4 anni il nonno paterno è morto e la nonna Elisa ,dopo
essere stata per un breve periodo da sola, ha accolto in casa la
nonna materna Maria . Si fa per dire accolto perché la decisione e
stata presa sulle loro teste e se si fossero cercate due 'teste' più
diverse non si sarebbe riusciti altrettanto bene. Diverse come
origine sociale,diverse come temperamento e come abitudini di vita .
La nonna Elisa. che evidentemente aveva fatto la casalinga per forza
e non per scelta , come tutte le donne della sua generazione, dopo la
morte del nonno aveva smesso quasi del tutto di cucinare e non amava
fare la spesa, né occuparsi delle faccende domestiche. Se fosse
stato per lei si sarebbe cotta a mala pena un uovo . La cosa che le
piaceva fare di più, ché a quel tempo non c'era ancora la
televisione, era uscire ogni mattina per andare in chiesa, con il
cappellino con la veletta in testa , dopo essersi messa il belletto
sulle guance. Ricordo che mentre si guardava allo specchio con il suo
bell'accento toscano ,diceva : “Mi metto un po' di salute che sono
così pallida .. “
Era un po' vanitosa
infatti la nonna Elisa e si vantava della sua passata bellezza . Una
delle poche volte che siamo andata a trovare le due nonne a Sestri
Ponente, dove abitavano in un appartamento da cui non si vedeva il
mare bensì le case di fronte, ci aveva raccontato che un giorno in
chiesa aveva incontrato un signore che avendola urtata mentre
entrambi mettevano le mani nell'acqua santa, gliele aveva prese e
gliele aveva strette . Al che lei imbarazzata aveva esclamato : “Che
mani fredde ha “ “ Mani fredde , cuore caldo” aveva risposto
lui .
“ Pensate ancora
alla mia età incontrare qualcuno che mi corteggia ...” aveva
commentato Non so forse avrà avuto la mia età di ora, cioè 75
anni , ma allora -si sa- era diverso.
Ben diversa era la
nonna Maria che, genovese doc, sembrava un Govi in gonnella .
Sovente amava fare battute umoristiche, qualche volta anche un po'
spinte .
Ricordo che in
presenza della mamma a noi bambine aveva citato un indovinello così
formulato :
“Ti ho portato una
cosa da mettere nella spinosa, diceva il fidanzato alla fidanzata,
tornando da un viaggio .” “ Che cos'era secondo voi ? “ “
Mamma cosa stai dicendo alle bambine ? “ “ Niente di male, sei tu
che sei sospettosa . Il fidanzato le aveva portato un pettine . “
A lei invece, alla
nonna Maria, piaceva fare la spesa specie al mercato dove qualche
volta ci andava senza togliersi il grembiule. Per questo lei a casa
faceva la spesa e da mangiare . La convivenza fra le due non durò
molto perché, oltre che essere conflittuale creava anche dissapori
fra mamma e papà che ovviamente parteggiavano. Così dopo qualche
anno, anche per poterle andare a trovare più facilmente, furono
portate in un pensionato di monache a Saluzzo . Alla nonna Elisa fu
affidata una camera al primo piano e alla nonna Maria quella di sotto
. Dal loro arrivo in quel luogo, a parte la messa, a cui andava solo
la nonna Elisa e le rare occasioni di incontro collettive le due
nonne non si erano più frequentate. Ogni qualvolta andavamo a
trovarle e ci fermavamo lì per per circa due ore con le mani in
mano e nemmeno le mani nelle mani, chiedevano notizie una dell'altra
a noi
“ E come sta
quella di sotto ( di sopra ) ?- domandavano – vedrai che lei mi
seppellirà ,aggiungeva la nonna Maria . Sono morte tutte e due a
pochi mesi di distanza, dopo essere state in quel triste pensionato
oltre dieci anni -almeno così mi pare di ricordare – Ricordo bene
invece il senso di oppressione e di profonda tristezza che provavo
ogni volta che andavamo a trovarle in macchina. specie al ritorno, e
mentre guardavo la campagna davanti a me mi veniva da piangere, tanto
che di recente, dopo 50 anni, passando da quella strada, mi sono
tornate addosso tutte quelle emozioni negative. L'unica volta che non
avevo provato la stessa tristezza è stata quando ho portato a
fargli vedere il loro pronipote Matteo . Conservo ancora quella foto
nel cui primo piano c'era la nonna Maria con lo scialletto bianco,uno
di quelli che faceva lei insieme alle 'pugnette' per le pentole.
Ah, dimenticavo :
fino a prima di andare nel pensionato, c'era una cosa che la nonna
Elisa amava fare tra tutti i lavori femminili ed era ricamare. Usava
ripetere che quelli almeno sarebbero rimasti dopo la sua morte . E
infatti conservo ancora un suo cuscino di velluto finemente ricamato.
Erano state proprio
contente le nonne e quella volta che gli ho portato a vedere il
pronipote se l'erano goduto insieme .
Ma in seguito anche
al pronipote Matteo, era riservata la sorte di non poter godere
della presenza amorevole dei nonni. Anche lui all'età di 4 anni ha
perso il nonno, mio padre, e gli altri due che vivevano in Australia.
Era rimasta la nonna Pina, che dopo la morte di papà non si era mai
risollevata e aveva fatto diversi traslochi cambiando anche luogo di
residenza. Siccome soffriva di depressione anche quando sarebbe stato
possibile non gli lasciavamo volentieri il nipotino . Solo in caso
di malattia . Si, perché la mamma era un ottima infermiera e lo
sarebbe stata a suo dire se avesse potuto intraprendere quella
professione . Anche i ricordi migliori di mia madre ce l'ho quando mi
ammalavo . Si preoccupava di nutrirci nel modo migliore , ci portava
le tisane calde e via curando e accompagnando tanto che a volte
fingevo di stare male per rimanere in casa, assentandomi da scuola,
per godere della sua compagnia infermieristica . Così anche Matteo
ha goduto di quelle cure amorevoli specie nelle malattie
esantematiche che sono poi state le sole sue vere e proprie malattie.
Erano state quelle le uniche occasioni perché per il resto la nonna
o era in un altro posto durante i sette traslochi che ha fatto dopo
la morte di papà o non ricordo avesse mai chiesto di occuparsi dei
nipoti- nel frattempo era nato l'altro nipote Enrico , che
sicuramente le avrebbero dato qualche ragione in più per vivere .
Non è stato così, e quando Matteo aveva 13 anni, è mancata a se
stessa.
E ora siamo giunti
alla terza generazione con questa nonna scrivente che si è
ritrasferita a Torino anche e soprattutto perché qui ha una nipotina
. Con l'avanzare degli anni la presenza e la vista dell'infanzia è
portatrice di gioia in ispecie quando si assiste alla continuità tra
le generazioni, le somiglianze e … e non soltanto. Mi dà sempre
un senso di gioia vedere i bambini nei mezzi pubblici specie quando
sono oggetto di attenzioni da parte di persone di origine diversa,
così come un bambino africano che attrae il sorriso e l'attenzione
di una 'nonna' cinese .
Nei primi anni dal
mio ritorno a Torino , sembrava che finalmente la catena( del non
godere della presenza dei nonni ), che per mia convinzione definisco
'karmica ' , si fosse inter-rotta. La mia nipotina veniva da me
settimanalmente e una settimana all'anno mi era concesso di portarla
con me al mare o in campagna come l'ultima volta or sono due anni. La
ragione – o il pretesto ? per privarmi della gioia della compagnia
di Viola di cui ho sempre incoraggiato la creatività, sia nel
disegno in cui fin da piccolissima mostrava un grande talento, che
nello scrivere, è stato il fatto di averla lasciata per quattro
ore affidata al coordinatore del campo Mir che insieme a
Donato, l'ospitante, quella mattina avrebbero portato i bambini nel
bosco a esplorare piante e animali .
Sono campi speciali
i campi Mir, in cui si impara a condividere con persone speciali il
mangiare e il dormire e ancora più speciale è Donato , nonno
felice , che conosce a fondo la natura e i suoi luoghi di origine e
condivide il suo entusiasmo con grandi e piccini. Campi speciali
anche perché non c'è né la TV , che i bambini presenti non hanno
mai chiesto di vedere , né un computer. E' stata proprio la mancanza
di un computer che mi aveva costretto ad assentarmi per controllare
la posta . Nel far questo ho commesso l'errore di non avvisare i
genitori del mio intento . Ho già chiesto scusa per iscritto, ma
niente è successo. A mia discolpa ulteriore dirò che ho avuto la
fortuna di avere un figlio piccolo nella generazione in cui le case
erano aperte e si lasciavano i bambini affidati a mani di persone di
cui ci si fidava, amici, non soltanto a baysitter o a parenti o
amici conosciuti da tempo. Timori di assalti pedofili o pericoli
paventati , non c'erano ancora o per lo meno non venivano tanto
clamorosamente pubblicizzati dai media .
Comunque sia è
dall'agosto del 2013 che non ho avuto più la gioia di stare con
Viola nella mia casa a Torino o altrove fatta eccezione per due
pomeriggi . Uno che siamo andate un po' in giro e un altro con me in
casa per due ore, qui nella sala nel cui scaffale della libreria
giacciono i suoi libri, i suoi pennelli, i fogli da disegno e il
sacchetto con le fotografie per ispirare i racconti e i suoi disegni
. Proprio davanti a me che mentre guardo solitaria la televisione,
più volte sono stata tentata di rimuovere il tutto, ma tutto è
rimasto come prima . E intanto il legame con Viola ormai
preadolescente si sta sempre più sfilacciando . L'ultima volta che
per vederla sono andata all'uscita della scuola le ho chiesto se la
potevo accompagnare e lei mi ha risposto di no. Erano più di dieci
giorni che non la incontravo e sono rimasta proprio male, anche se
poi ho capito che lei teneva a fare da sola il pezzo di strada che
la separava dall'auto della sua mamma. E' proprio l'età in cui si
incomincia a voler provare a se stessi che ce la facciamo da soli.
Sta crescendo, infatti, Viola. E come tutti i ragazzini che bambini
'nascono 'imparati' dei mezzi elettronici, mi ha messo un app. per i
messaggi gratuiti. Speravo con questi di comunicare con lei. Ma la
comunicazione è stata unilaterale, perché a più messaggi ho
ricevuto una volta sola un 'ciao nonna' di risposta. D'altro canto a
13 anni è giusto dare la precedenza ai messaggini dai coetanei che a
quelli di una nonna non presente nella propria vita.
Eppure questa nonna
vorrebbe vederla crescere , come ha detto il suo nonno che abita in
Inghilterra, e per questo gli dispiaceva di non poterlo fare, ma io
abito qui nella stessa città. E continuamente mi viene in mente cosa
potrei fare con lei : portarla a vedere il museo del cinema - Viola
ama tanto andare nei musei e insieme siamo andate diverse volte in
in quello delle scienze e al museo egizio- la potrei portare sulla
mongolfiera che svetta nel cielo tutti i giorni specie il sabato
mattina a teatro nel pomeriggio della domenica . Potrei ,
potremmo... Son tutte cose che papà e mamma, per i diversi impegni e
la corsa con il tempo, i compiti da fare o altro non riescono a farle
fare, mentre io che pure per scelta e vocazione ho ancora interessi
molteplici , ho comunque più tempo a disposizione . Così potremo
ancora insieme dare il pane alle anatrelle del fiume Dora che con
fatica riescono a guadagnarselo, contendendolo ai gabbiani che si
precipitano a beccarlo . Sono aggressivi questi gabbiani e l'ultima
volta ,sarà più di un anno fa, che siamo passate insieme sul
ponte, Viola si è quasi spaventata, perché ne è arrivato uno
stormo in picchiata proprio davanti a lei .
Comunque sia ed è,
dall'inizio dell'anno scolastico sono andata più volte a vederla
all'uscita della scuola, che si trova a dieci minuti da dove abito e
più volte mi sono domandata perché non avrei potuto preparare un
pranzo per tutti loro , vista l'ora tarda. Ho anche chiesto che mi
dicessero quando potevo andare a prenderla, riportandola a casa, per
fare delle cose insieme sia da me – i compiti - che fuori . Come
ultima richiesta, siccome sono venuta a sapere che le danno molti
compiti di lettere, e io che sono stata per quattro anni insegnante
di questa materia nelle medie inferiori, con ottimi risultati per lo
sviluppo della creatività dei miei allievi , ho proposto per
telefono a mio figlio Matteo di aiutarla per una volta alla settimana
o due al mese andando eventualmente da loro, accompagnandola a casa .
Questa richiesta non
è stata mai esaudita.
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