giovedì 18 marzo 2021

 Girando per il computer che è l'unico mezzo a disposizione di questi tempi di reclusione 'virale'per visitare ampi spazi e tempi, ho trovato questo mio scritto che non so a quando risale, ma  lo potrei riscrivere ora :



Perdersi


Perdersi di vista


Non perdiamoci di vista si dice così quando ci congediamo da una persona che ha fatto un pezzo di strada con noi , lungo e breve che fosse ma con cui ci si è sentiti a casa . Diceva Herman Hesse che è difficile sentirsi a casa ma quando si incontra una persona con cui si sente un'affinità profonda allora sì che ci si sente a casa.

Perdersi per strada


o per meglio dire quando si sceglie una strada e la si persegue vicina o lontana che sia, si perdono le persone che rimangono ferme o ne scelgono un'altra.

Ho perduto tante persone per strada nella mia vita sia pure con la speranza di ritrovarle un dì chissà dove chissà quando – come diceva il finale del film Stranamore di tanto tempo fa -

Speravo, ritornando nel luogo da cui le strade e poi la strada è iniziata, di ritrovare le persone con cui avevo condiviso tratti di vita . Ma vent'anni sono tanti, massime i vent'anni della vita in cui si rafforzano i legami quelli più vicini e l'abitudine reiterata ci conferma nelle nostre identità familiari.

Ho incontrato a Roma Milena una pittrice ultrasettantenne ex-iugoslava come si chiamava lei e siamo diventate amiche con suo grande stupore perché non pensava di essere più aperta per nuove amicizie . Aprirsi non chiudersi com'è la tendenza andando avanti negli anni . Non ho mai amato chiavi, porte e steccati ...


Un essere umano è una parte di una totalità chiamata universo , una parte limitata in tempo e spazio. Egli fa esperienza di se stesso, dei suoi pensieri delle sue sensazioni, come di qualcosa di separato dal resto, una specie di illusione ottica della sua consapevolezza. Questa illusione è per noi come una prigione, ci restringe ai nostri desideri personali e all’unione con poche persone, le più vicine. (Albert Einstein)

Questo aforisma di Einstein che ci dice come siamo tutti collegati, come la fisica quantistica ribadisce e prova, è da tempo entrato nel mio orizzonte e succede che se incontro un pensiero che mi calza bene cerco di farlo mio e la vita regolarmente mi risponde .

Per mia scelta e conseguente necessità anche ora ultrasettantenne continuo a condividere la casa con persone delle più svariate provenienze età e genere e se con alcune-i non è stato per niente facile con altre-i invece mi son sentita proprio a casa nella mia casa di quel tempo lì. Ricordo una vedova argentina, arrivata come un raggio di sole in un momento difficile della mia vita, che parlando della perdita del suo amato compagno, diceva che comunque ringraziava la vita che le aveva regalato otto anni di un amore perfetto . Grazie alla vita che mi ha dato tanto...

Così come ora è arrivata di passaggio una giovane donna che ha portato con sé sprazzi di un futuro che si intravede nelle notte scura che stiamo attraversando . Ma come diceva non ricordo chi è proprio quando la notte è più scura che si cominciano a vedere le stelle.


Perdersi

è anche il titolo di un libro di Franco La Cecla un ex architetto viaggiatore antropologo che stimo molto e che ha presentato il suo nuovo libro alla fiera del libro di Roma . C'erano poco più di otto dieci persone e mi sono stupita ché lui ha pubblicato con editori importanti .

C'erano poco più di dieci persone anche alla mia presentazione dell'ultimo libro, di cui avevo mandato l'invito agli amici e ai parenti torinesi per raccontarvi le mie strade e ritornare 'in vista' . D'altra parte si sa i libri non fanno notizia e ognuno è preso dalla sua vita e dalle sue priorità e in più ci si è messo anche il tempo.

Avrei potuto anche non scrivere – vi e dimenticare le sedie vuote della mia presentazione, ma per l'appunto sono una scrittrice e si sa noi scrittrici usiamo la scrittura un po' per sfogo e un po' perché nutriamo la speranza che qualcosa giunga nell'animo di chi ci legge .