venerdì 24 aprile 2015

LA GRANDE IPOCRISIA
"Ma in Somalia, Eritrea e Etiopia non ci siamo stati noi per quasi un secolo? E con il dittatore Siad Barre e i militari etiopi non abbiamo fatto affari? La guerra civile in Nigeria non nasce anche dalla presenza del petrolio sfruttato della multinazionali occidentali? Il caos in Libia non è figlio della distruzione dello Stato grazie ai bombardamenti francesi, inglesi e statunitensi? Congo, Camerun, Costa d’Avorio, Ghana non sono piegati, sfruttati e stran
golati dalle politiche del Fondo monetario internazionale nonché da chi sfrutta l’oro, l’argento, il rame e il coltan? Tante domande, una sola certezza: i veri responsabili del disastro umanitario nel Mediterraneo, di questo vero genocidio, si trovano nei governi Occidentali e nei consigli di amministrazione delle multinazionali"

Questa in sintesi la spiegazione di quello che sta succedendo. Ma che cosa possiamo fare noi cittadini comuni per sentirci parte in causa . Intanto quando ci sono convocazioni di manifestazioni tempestive come quella del 21 aprile in Piazza Castello a Torino  andare partecipare per sentirsi comunque meno impotenti . Così ho fatto e per fortuna la convocazione a nome del Sereno Regis si è unita con quella dei sindacati . Che senso aveva convocare in due luoghi diversi della piazza -mi domando e vi domando . Passo e chiudo e cito una delle risposte a dei versi che nel lontano 1978 avevo scritto dopo la sconfitta delle lotte degli anni '70 che qui riporto :
Che cosa posso fare?
Che cosa posso fare io contro la miseria e la fame
se non la carità.
Che cosa posso fare io contro lo sfruttamento
se non farmi sfruttare.
Che cosa posso fare io contro l'oppressione
se non essere oppressa.
Che cosa posso fare io contro la controrivoluzione
se non indignarmi davanti alla televisione.
Che cosa posso fare io contro le guerre
se non cercare la mia pace.
Che cosa posso fare io contro il razzismo
se non rimanere bianca.
Che cosa posso fare io contro lo stordimento delle merci
se non andare per supermercati
 con il carrello semivuoto e gli occhi fissi
 ad acquistare ciò che non mi serve.
Che cosa posso fare io contro lo scempio dei bambini
 e la fame di milioni di esseri indifesi
se non inseguire l’utopia di una maternità universale
Che cosa posso fare io contro l'odio che divide
se non odiare ancor più forte
chi sfrutta opprime e uccide.
Che cosa posso fare io per assaporare l'amore
se non innamorarmi di tanto in tanto
e opprimere o farmi sfruttare fuggire  o cercar riposo
finché amore universale non sia solo retaggio di uomini eletti a scrivere
sulla sabbia come bambini che costruiscon castelli
 per poi distruggerli prima che li lambisca il mare.
                                                                                    Moncalieri 1980

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