lunedì 8 febbraio 2016

Resoconto di una sin-cronicità verificatosi sabato 6 febbraio in occasione della giornata dedicata alle nuove schiavitù . ( mai niente è per caso)
Sono entrata in chiesa a S. Rocco e lì nelle didascalie della mostra dedicata a Don …..-(non mi ricordo il suo nome ) ho letto una frase in cui era condensata la concezione cristiana del sacrificio,della sofferenza e della terra vista come una valle di lacrime. Cito a braccio : “...quando penso agli ultimi ( chissà perché poi si devono definire così dal momento che le parole sono pietre? ) e alle loro sofferenze è importante che noi impariamo a condividere il loro soffrire . Ecco ci risiamo ,ho pensato, questa è proprio la morale di un cristianesimo che non ho mai condiviso . Perché forse se io soffro con loro, loro soffrono meno ?– mal comune mezzo gaudio e compagnia proverbi-ante e così li aiutiamo a risolvere i loro problemi... Mi son guardata intorno e c'era la veglia prima della processione . Non mi sentivo in sintonia . Così esco e mentre penso cosa fare se rinunciare o stare a vedere senza partecipare, mi siedo a bere una cioccolata calda nel bar accanto . Poi rientro e assisto a una sorta di rituale in cui un sacerdote porta l'ostensorio in giro per la chiesa seguito da giovani donne vestite prima di nero poi di bianco . Ma non c'è solo lui . C'è anche Fredo con la sua giacca nera e rossa che prende in mano il microfono e dice una frase che mi colpisce in pieno : Bisogna imparare a stare insieme . Non importa se non la pensiamo nello stesso modo, ma occorre fare le cose insieme perché da soli si è ancora più impotenti. Si è vero è proprio così. Lo sta dicendo in questo momento proprio a me che in gran parte della mia vita , sono andata avanti da sola o in piccoli gruppi, perdendo molti sulla strada, disperatamente cercando di seminare qua è là volani di cambiamento. Questo dopo il decennio in cui in molti abbiamo sperato che tutto cambiasse per il meglio e poi son venuti gli anni di 'plastica ', e si son levati muri sempre più alti tra le persone,i luoghi e le nazioni, nonostante la caduta del muro di Berlino.
Ora vorrei fermarmi, ma i negozi stanno chiudendo e devo comprare qualcosa che domani è festa, così riesco in strada. Infine quasi come se fossi spinta da una voce interiore ritorno nuovamente a S. Rocco,la chiesa non parrocchiale e meno male ché le parrocchie mi sono state sempre strette, cattoliche o buddiste che fossero. Ora finalmente questa volta mi sento nel posto giusto . I componenti del gruppo che canta i gospel, imitando alla perfezione gli africani che li hanno diffusi nelle chiese evangeliche di tutto il mondo, hanno trascinato nella loro foga e nel ritmo scatenato della musica i partecipanti all'evento e tutti insieme battiamo le mani ci muoviamo al ritmo della musica . Una giovane donna africana si avvicina ai microfoni e canta con la sua bella voce seguita dal coro dei cantanti convertiti al gospel, mentre le collaboratrici di Fredo offrono pezzi di pizza e dolci accompagnati da un tè caldo distribuito ai presenti riscaldati e unificati. Così sì che funziona mi dico convivialità e trasmissione di energia. Me lo aveva insegnato Bazile, proprio in Africa ad Abidjan . Ben ricordo che stavamo andando verso un posto dove si ballava e mentre camminavamo sulla strada lui che era anche impegnato in politica- tanto che la seconda volta che sono tornata mi hanno detto che era in prigione,- mi aveva messo al corrente di una vicenda drammatica che stava succedendo nel Ciad . Mentre parlava si mostrava veramente afflitto dalla situazione africana sempre più dilaniata e preda di predoni colonialisti e locali. Quando siamo arrivati nel locale lui senza indugiare va in mezzo alla pista e si mette a ballare freneticamente . Io rimango seduta pensando a quanto mi ha raccontato e allora lui viene vicino a me e mi domanda perché non mi metto a ballare anch'io . “ Non ne ho voglia gli dico – ma poi anche tu sei un bel tipo . Un quarto d'ora fa sembravi molto afflitto e ora ti sei messo a ballare come se niente fosse . “
La sua risposta è stata questa : “ Sì è vero nel Ciad succede tutto quello che ti ho raccontato, ma loro stanno combattendo e noi non li aiutiamo certamente se piangiamo per loro . Se non stiamo bene noi non possiamo certo aiutare nessuno . Invece finché possiamo lì aiutiamo se stiamo uniti e rafforziamo la nostra energia . Questo noi facciamo quando ascoltiamo la musica e balliamo …
E questo è successo ieri a S. Rocco , la chiesa non parrocchiale grazie ai gospel e alla presenza degli africani e delle africane solidali con le 'nuove schiavitù 'che tutti uniti insieme che sian vecchie o nuove non le vogliamo proprio più.


Il mondo che abbiamo creato è il prodotto del nostro pensiero e dunque non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare Albert Einstein

1 commento:

  1. Ho un rapporto strano con le chiese, il luogo fisico intendo, mi attirano molto ma non tutte. Adoro il silenzio che vi trovo, adoro la luce delle candele, il profumo e a volte l'organo del musicista che prova quando non c'è Messa. Mi ha sempre attirato moltissimo la chiesa di San Rocco, vi trovo un'atmosfera particolarissima, molto antica ma accogliente. So che lì cantano spesso dei cori gospel ma non ho ancora capito come fare a saperlo. Bella riflessione

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